Gli appalti pubblici sono la più grande leva economica a disposizione delle istituzioni europee: ogni anno valgono oltre 2.000 miliardi di euro, pari al 14% del PIL dell’Unione. In Italia superano i 200 miliardi di euro, circa il 10% del PIL nazionale. Decidere come spendere queste risorse significa scegliere che tipo di sviluppo vogliamo per il nostro futuro.
Mercoledì, 24 settembre, a Roma presso l’Europa Experience – David Sassoli, sarà presentata un’alleanza tra Pubbliche Amministrazioni, imprese, politica e società civile per chiedere all’Europa una revisione più ambiziosa della direttiva appalti. L’iniziativa, promossa da Fondazione Ecosistemi nell’ambito della campagna BESA – Buy European and Sustainable Act, nasce con un obiettivo chiaro: inserire criteri vincolanti negli appalti pubblici che premino chi riduce le emissioni e produce in Europa, rafforzando le filiere industriali e creando lavoro di qualità.
Secondo le stime elaborate con partner europei, l’introduzione dei criteri proposti dal BESA porterebbe in Italia a 50mila nuovi posti di lavoro verdi, a una riduzione di 2,2 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno – pari alle emissioni di una città come Bruxelles – e a 8 miliardi di euro rilocalizzati in attività produttive sostenibili.
La proposta arriva in un momento cruciale: la Commissione europea ha avviato la revisione della direttiva sugli appalti, che dovrebbe concludersi entro il 2026. Nel suo recente discorso sullo Stato dell’Unione, la presidente Ursula von der Leyen ha annunciato l’introduzione di un criterio Made in Europe per gli appalti pubblici, con l’obiettivo di rafforzare la domanda di prodotti sostenibili e locali.
L’Italia, primo Paese in Europa ad aver reso obbligatori i Criteri Ambientali Minimi (CAM), ha l’opportunità di portare la propria esperienza a livello europeo e guidare questa trasformazione. Il confronto del 24 settembre vedrà insieme rappresentanti del Parlamento europeo come Nicola Zingaretti, Nicola Procaccini e Annalisa Corrado, esponenti delle istituzioni italiane tra cui Filiberto Zaratti e il segretario generale del CNEL Massimiliano Monnanni, oltre a Carlo Corazza, direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia.
«Chiediamo che i soldi delle tasse vengano spesi per prodotti che inquinano meno e creano lavoro in Europa, non per favorire chi produce lontano e senza rispettare regole ambientali e sociali. È una scelta di buon senso, che unisce ambiente, economia e occupazione», dichiara Sabina Nicolella, Responsabile nazionale del BESA e Responsabile relazioni e progetti internazionali di Fondazione Ecosistemi.
La proposta BESA sarà consegnata al Parlamento Europeo nelle prossime settimane, insieme alle firme raccolte attraverso la petizione pubblica. Perché ogni euro speso dalla Pubblica Amministrazione può e deve diventare un investimento per il clima, il lavoro e il futuro dell’Europa.
Programma completo dell’evento: bit.ly/Programma24settembre