L’Associazione Consumatori Utenti aderisce alla campagna “Buy European and Sustainable Act” promossa dalla Fondazione Ecosistemi. Il presidente Gianni Cavinato: “La spesa pubblica è anche una scelta di consumo. È ora di pretendere coerenza e responsabilità”.
In un momento storico in cui la transizione ecologica richiede scelte coraggiose e visione a lungo termine, anche i consumatori decidono di fare la loro parte. L’Associazione Consumatori Utenti (ACU), tra le realtà storiche dell’attivismo consumerista italiano, ha annunciato la sua adesione alla campagna Buy European and Sustainable Act (BESA), promossa dalla Fondazione Ecosistemi.
“I soldi pubblici sono soldi di tutti. Devono premiare la qualità, la sostenibilità, la giustizia. Non possiamo più accettare che vengano spesi per prodotti a basso costo e ad alto impatto” – ha dichiarato Gianni Cavinato, presidente nazionale di ACU, in una lettera aperta ai cittadini.
Appalti pubblici: una leva chiave per il cambiamento
La campagna BESA nasce da una proposta concreta: riformare la direttiva europea sugli appalti pubblici per introdurre criteri vincolanti ambientali e di contenuto europeo nella spesa pubblica sopra soglia. Due i pilastri del nuovo approccio:
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Almeno il 60% del valore aggiunto dei beni e servizi acquistati deve essere prodotto in Europa;
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Devono essere rispettati criteri ambientali stringenti, con particolare attenzione alle emissioni di CO₂ lungo tutto il ciclo di vita.
Secondo studi indipendenti, se queste misure fossero state adottate nel 2019, l’Europa avrebbe risparmiato il 9% delle emissioni derivanti dagli appalti pubblici, sostenuto 86 miliardi di euro l’anno verso filiere sostenibili e creato oltre 380.000 posti di lavoro qualificati.
Il consumo pubblico è consumo consapevole
Per ACU, aderire al BESA significa riaffermare un principio fondamentale: la spesa pubblica non è neutra. Come i consumatori fanno scelte ogni giorno al supermercato o in rete, così le pubbliche amministrazioni scelgono — nel bene e nel male — che tipo di economia incentivare.
“Gli appalti non sono solo gare e numeri. Sono decisioni politiche. Premiare chi rispetta l’ambiente, il lavoro e la trasparenza significa costruire un’Europa più forte, giusta e resiliente” – ribadisce Cavinato.
Una rete che cresce in tutta Europa
L’adesione di ACU rafforza la rete italiana per il BESA, già composta da città, regioni, centrali di committenza, imprese, associazioni ambientaliste e sindacali. Un’alleanza ampia che punta a incidere sul processo europeo di revisione della direttiva appalti, previsto entro il 2026. Ecco le prossime tappe cruciali:
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2025: la Commissione UE presenterà il rapporto di valutazione sull’attuale direttiva;
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2026: attesa la proposta di riforma;
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2028: la nuova direttiva entrerà in vigore negli Stati membri.
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